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Aleister Crowley  Oct 2010
Dumb
Gabriel whispered in mine ear
His archangelic poesie.
How can I write? I only hear
The sobbing murmur of the sea.

Raphael breathed and bade me pass
His rapt evangel to mankind;
I cannot even match, alas!
The ululation of the wind.

The gross grey gods like gargoyles spit
On every poet's
holy head;
No mustard-seed of truth or wit
In those curst furrows, quick or dead!

A tithe of what I know would cleanse
The leprosy of earth; and I -
My limits are like other men's.
I must live dumb, and dumb must die!
Ci vediamo in proiezione, ed ecco
la città, in una sua povera ora nuda,
terrificante come ogni nudità.
Terra incendiata il cui incendio
spento stasera o da millenni,
è una cerchia infinita di ruderi rosa,
carboni e ossa biancheggianti, impalcature
dilavate dall'acqua e poi bruciate
da nuovo sole. La radiosa Appia
che formicola di migliaia di insetti
- gli uomini d'oggi - i neorealistici
ossessi delle Cronache in volgare.
Poi compare Testaccio, in quella luce
di miele proiettata sulla terra
dall'oltretomba. Forse è scoppiata,
la Bomba, fuori dalla mia coscienza.
Anzi, è così certamente. E la fine
del Mondo è già accaduta: una cosa
muta, calata nel controluce del crepuscolo.
Ombra, chi opera in questa èra.
Ah, sacro Novecento, regione dell'anima
in cui l'Apocalisse è un vecchio evento!
Il Pontormo con un operatore
meticoloso, ha disposto cantoni
di case giallastre, a tagliare
questa luce friabile e molle,
che dal cielo giallo si fa marrone
impolverato d'oro sul mondo cittadino...
e come piante senza radice, case e uomini,
creano solo muti monumenti di luce
e d'ombra, in movimento: perché
la loro morte è nel loro moto.
Vanno, come senza alcuna colonna sonora,
automobili e camion, sotto gli archi,
sull 'asfalto, contro il gasometro,
nell'ora, d'oro, di Hiroshima,
dopo vent'anni, sempre più dentro
in quella loro morte gesticolante: e io
ritardatario sulla morte, in anticipo
sulla vita vera, bevo l'incubo
della luce come un vino smagliante.
Nazione senza speranze! L'Apocalisse
esploso fuori dalle coscienze
nella malinconia dell'Italia dei Manieristi,
ha ucciso tutti: guardateli - ombre
grondanti d'oro nell'oro dell'agonia.
Emma Cheung Sep 2019
I lost the faith
I never had
And became the laugh
That echoes itself
Crashing off damp cave
Walls
Interrupted by drops
Of condensation.

I found the faith
I never had
And saw the hills move
With steady rhythm
Grass green as a child's
Questions
Cow parsley swaying
With the cold wind.

The sky was still
And the ocean flowed.
The eggs round
And fragile
Sat in their nests.
Everything remained in
Its place, but everything
Was different.

I became the laugh
That laughs with others
I drink whole milk
And gaze into the sun
Blinded by purity
Deafened by possibility
In the arrested daylight of
the present.
Michael Cassio  Jul 2015
Le bac
Michael Cassio Jul 2015
Qu'est-ce que vous êtes,
Je vois vos yeux,
Dans le nuit.

Mon seul ami.
Ma belle copine,
Vous êtes ma vie.

La poesie de mes contanporaires.
M'inspire.
Je le respire,
Je lire, ça me tue.
C'est ma vie.
Sit Down. Stand Up. (Snakes and ladders)
Ci vediamo in proiezione, ed ecco
la città, in una sua povera ora nuda,
terrificante come ogni nudità.
Terra incendiata il cui incendio
spento stasera o da millenni,
è una cerchia infinita di ruderi rosa,
carboni e ossa biancheggianti, impalcature
dilavate dall'acqua e poi bruciate
da nuovo sole. La radiosa Appia
che formicola di migliaia di insetti
- gli uomini d'oggi - i neorealistici
ossessi delle Cronache in volgare.
Poi compare Testaccio, in quella luce
di miele proiettata sulla terra
dall'oltretomba. Forse è scoppiata,
la Bomba, fuori dalla mia coscienza.
Anzi, è così certamente. E la fine
del Mondo è già accaduta: una cosa
muta, calata nel controluce del crepuscolo.
Ombra, chi opera in questa èra.
Ah, sacro Novecento, regione dell'anima
in cui l'Apocalisse è un vecchio evento!
Il Pontormo con un operatore
meticoloso, ha disposto cantoni
di case giallastre, a tagliare
questa luce friabile e molle,
che dal cielo giallo si fa marrone
impolverato d'oro sul mondo cittadino...
e come piante senza radice, case e uomini,
creano solo muti monumenti di luce
e d'ombra, in movimento: perché
la loro morte è nel loro moto.
Vanno, come senza alcuna colonna sonora,
automobili e camion, sotto gli archi,
sull 'asfalto, contro il gasometro,
nell'ora, d'oro, di Hiroshima,
dopo vent'anni, sempre più dentro
in quella loro morte gesticolante: e io
ritardatario sulla morte, in anticipo
sulla vita vera, bevo l'incubo
della luce come un vino smagliante.
Nazione senza speranze! L'Apocalisse
esploso fuori dalle coscienze
nella malinconia dell'Italia dei Manieristi,
ha ucciso tutti: guardateli - ombre
grondanti d'oro nell'oro dell'agonia.
Ci vediamo in proiezione, ed ecco
la città, in una sua povera ora nuda,
terrificante come ogni nudità.
Terra incendiata il cui incendio
spento stasera o da millenni,
è una cerchia infinita di ruderi rosa,
carboni e ossa biancheggianti, impalcature
dilavate dall'acqua e poi bruciate
da nuovo sole. La radiosa Appia
che formicola di migliaia di insetti
- gli uomini d'oggi - i neorealistici
ossessi delle Cronache in volgare.
Poi compare Testaccio, in quella luce
di miele proiettata sulla terra
dall'oltretomba. Forse è scoppiata,
la Bomba, fuori dalla mia coscienza.
Anzi, è così certamente. E la fine
del Mondo è già accaduta: una cosa
muta, calata nel controluce del crepuscolo.
Ombra, chi opera in questa èra.
Ah, sacro Novecento, regione dell'anima
in cui l'Apocalisse è un vecchio evento!
Il Pontormo con un operatore
meticoloso, ha disposto cantoni
di case giallastre, a tagliare
questa luce friabile e molle,
che dal cielo giallo si fa marrone
impolverato d'oro sul mondo cittadino...
e come piante senza radice, case e uomini,
creano solo muti monumenti di luce
e d'ombra, in movimento: perché
la loro morte è nel loro moto.
Vanno, come senza alcuna colonna sonora,
automobili e camion, sotto gli archi,
sull 'asfalto, contro il gasometro,
nell'ora, d'oro, di Hiroshima,
dopo vent'anni, sempre più dentro
in quella loro morte gesticolante: e io
ritardatario sulla morte, in anticipo
sulla vita vera, bevo l'incubo
della luce come un vino smagliante.
Nazione senza speranze! L'Apocalisse
esploso fuori dalle coscienze
nella malinconia dell'Italia dei Manieristi,
ha ucciso tutti: guardateli - ombre
grondanti d'oro nell'oro dell'agonia.
Durante i giorni più freddi del potente inverno
Pensa a una dolce primavera e sogna un'estate mite
Durante le ore più dure della notte invernale
Pensa ai fiori e sogna una piacevole luce del sole.

Arriva la stagione, rimane un po' e poi fugge
La vita attraversa un evento circolare come l'ape
Come i raggi di luna che danzano attorno a Madre Terra
Per incantarla, abbracciarla e baciarla a morte.

Nel mezzo del profondo inverno, pensa a una primavera divina
E sogna giornate estive luminose e afose
Non sentirti mai disperato e pessimista per nulla.

Giorni migliori e notti gloriose sono sempre in arrivo
Rimani positivo e resiliente finché la tua testa è presente
Pensa e sogna un sole più caldo.

Copyright © gennaio 2025, Hébert Logerie, Tutti i diritti riservati
Hébert Logerie è autore di diversi libri di poesie.
Translation of : Thinking Of A Divine Spring in Italian by Hebert Logerie
Io lo so d'esser stato sbattuto qua senza una ragione.
In questa vita che tutti mi vogliono far credere di vuoto ne è piena.
Come stanze vuote di una casa,
riempite solo dall'echeggiare della mia voce


Uomo che getti la sigaretta usata per strada, abbi rispetto di questo mondo che amo.
La tua futilità mescolata alla tua noncuranza mi rende facile la fantasia della tua morte.
Un'altra ancora ed io ucciderò te, prima che tu possa continuare col tuo sterminio.
Un'altra ancora e ti estirpero' come un chirurgo estirpa il tumore.

Una madre sarà per questo mondo la tua morte.

Ma io avrò cura di tutta la meraviglia che mi è stata donata senza ragione né merito.
La riempirò d'attimi fuggenti, amore e poesie.
E con forza difenderò tutto ciò che amo dalla iniquità di voi diffusissimi esseri vuoti.
Iniziata come una poesia, questo scritto diventa successivamente uno sfogo, dopo aver visto un uomo gettare una sigaretta usata, nella vegetazione che stavo contemplando(lo so, sembra eccessiva come parola, ma era proprio ciò che stavo facendo)

Quel gesto fatta con così tanta superficialità, da così tanti uomini mi ha riportato a riflettere sulla questione "inquinamento ambientale", che tanto mi sta da sempre a cuore.

Facendomi riflettere pure sul fatto che la produzione e diffusione d'arte stessa comporta un uso industriale di colori, (tempo fa CD e plexiglas) elettricità ecc...
Che possa forse la tecnologia paradossalmente portare a un miglioramento di tutto ciò con l'attuale musica distribuita e ascoltata digitalmente?
Stessa cosa per le arti figurative che vengono sempre più spesso fatte digitalmente?

Questa è sicuramente una tematica da approfondire sul serio, più avanti nella mia vita, sperando che non sarà troppo tardi.
Buon San Valentino, cari amici.
È il giorno per prendersi cura l'uno dell'altro
E dove dobbiamo tenerci per mano
L'amicizia è importante, l'amore è importante
La famiglia è importante, le buone maniere sono importanti
E anche i fiori sono importanti, fratelli e sorelle
Non essere troppo arrabbiato
Perché il cielo non è blu
Godiamoci la rugiada del mattino
Non essere troppo triste
Godiamoci il clima freddo e soleggiato
C'è neve qua e là, ma è dietro l'angolo
È primavera con aria fresca e un mazzo di fiori
L'amicizia è importante, l'amore è importante
Ci sono scintille di fuoco d'amore nell'aria
Godiamoci la stagione dell'amore, della pace e della cura
È tempo di camminare felicemente mano nella mano
Insieme cammineremo, insieme ci solleveremo.

P.S. Traduzione di “Joyous Saint Valentine’s Day” di Hébert Logerie.
Questa poesia è dedicata a tutti gli innamorati del mondo.
Copyright © gennaio 2025, Hébert Logerie, Tutti i diritti riservati.
Hébert Logerie è autore di diverse raccolte di poesie.

— The End —