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Le piccole cose
che amo di te
quel tuo sorriso
un po' lontano
il gesto lento della mano
con cui mi accarezzi i capelli
e dici: vorrei
averli anch'io così belli
e io dico: caro
sei un po' matto
e a letto svegliarsi
col tuo respiro vicino
e sul comodino
il giornale della sera
la tua caffettiera
che canta, in cucina
l'odore di pipa
che fumi la mattina
il tuo profumo
un po' balsé
il tuo buffo gilet
le piccole cose
che amo di te

Quel tuo sorriso
strano
il gesto continuo della mano
con cui mi tocchi i capelli
e ripeti: vorrei
averli anch'io così belli
e io dico: caro
me l'hai già detto
e a letto sveglia
sentendo il tuo respiro
un po' affannato
e sul comodino
il bicarbonato
la tua caffettiera
che sibila in cucina
l'odore di pipa
anche la mattina
il tuo profumo
un po' demodé
le piccole cose
che amo di te

Quel tuo sorriso beota
la mania idiota
di tirarmi i capelli
e dici: vorrei
averli anch'io così belli
e ti dico: cretino,
comprati un parrucchino!
E a letto stare sveglia
e sentirti russare
e sul comodino
un tuo calzino
e la tua caffettiera
che é esplosa
finalmente, in cucina!
La pipa che impesta
fin dalla mattina
il tuo profumo
di scimpanzé
quell'orrendo gilet
le piccole cose
che amo di te.
tangshunzi Jun 2014
Se hai effettuato il login per Style Me Pretty questa mattina alla ricerca di qualcosa che stava per allietare la abiti da sposa on line vostra giornata .siete fortunati .Abbiamo un super allegro .super felice .assolutamente stupendo Tahoe matrimonio da Em The Gem e di mettere un sorriso sul



mio volto che non sta andando da nessuna parte in qualunque momento presto .

ColorsSeasonsSummerSettingsRanchStylesCasual Elegance

dalla splendida sposa .Mio marito .Nick .e ** incontrato 10 anni fa a Tahoe come membri della UC Davis Ski Team .Quando diventando impegnati lo scorso agosto .abbiamo concordato la nostra posizione di nozze doveva essere significative e univoche .Tahoe è stata la scelta naturale .dal momento che è dove ci siamo conosciuti e continuiamo a visitare .Dopo la visualizzazione di più sedi Tahoe .abbiamo scoperto la splendida Northstar Zephyr Lodge .Con una splendida vista Tahoe Mountain Vista e la capacità di ospitare comodamente i nostri 200 + ospiti .il lodge Zephyr forma il conto perfettamente .La caratteristica migliore : gli ospiti sarebbero arrivati ​​tramite impianti di risalita !Essendo un nuovo lodge di sci .il nostro matrimonio è stata la prima cerimonia e il ricevimento nella posizione .quindi è stato emozionante mettere insieme tutti i dettagli .

Come graphic designer .si è ipotizzato che vorrei progettare tutto da solo .e io volentieri ha accettato la sfida .Per i nostri colori di nozze .abbiamo scelto il fucsia e giallo senape .Abbiamo apprezzato la felice .combo estate e anche come spuntato contro i colori forestali naturali .Per i nostri materiali cartacei di matrimonio .volevamo un look semplicistica che era spensierata e riflette il nostro spazio .** creato semplici caricature di Nick e io.insieme con uno dei nostri Goldendoodle .Maisie .che abbiamo usato per gli inviti .oltre alla giornata di materiali nozze e segnaletica .Abbiamo inserito dettagli in legno nella nostra cancelleria per riflettere la posizione.** disegnato tutto.dal salvare le date e programmi .fino ai pacchetti Toss riso .

La maggior parte delle decorazioni era DIY .Volevamo semplici decorazioni che mostrare il luogo moderno .ancora rustico e non eclissare gli scorci visti attraverso il soffitto stava quasi per finestre del piano .Abbiamo ordinato i nostri fiori alla rinfusa da un negozio di fiorista locale e .con l'aiuto di amici e familiari .organizzato loro il giorno prima dell'evento con barattoli riciclati.La sede ha fornito bei tavoli in legno che abbiamo accentato con corridori di colore neutro.Ai tavoli .abbiamo lasciato divertente gratta carte pop - quiz e penny per i nostri ospiti di godere .

schede magnetiche da Ikea visualizzare le nostre schede di scorta .Abbiamo fatto il nostro tessuto coperto di senape gialla e fucsia magneti pulsante per apporre le carte per le tavole .Per favori .abbiamo implementato la versione montagna Tahoe di un candy bar : il bar self-service trail mix !

abiti da sposa corti le damigelle indossavano gonne di seta neutri da BHLDN e ciascuno ha scelto i propri piani oltre a scarpe gialle .I testimoni dello sposo indossava pantaloni J. Crew e camicie bianche e senape cravatte gialle per una sensazione causale montagna .La madre dello sposo ha creato tutti i mazzi di fiori e boutonnieres .

Northstar ha fatto un lavoro meraviglioso appartamento il cibo cena e bevande .Il dessert buffet consisteva di tutti i dolci fatti in casa per gentile concessione di amici e familiari .Macarons .brownies .biscotti .caramelle e dolcetti piacquero molte pance .Dopo una lunga notte di balli .feste e bere .gli ospiti afferrato bastoncini luminosi per illuminare la loro strada giù per la montagna tramite gondola.E 'stata una bella giornata e la notte magica ricorderemo per sempre

Fotografia : Em The Gem | Wedding Planner : . Nancie Schoener | Wedding Gown : Mikella | capelli: Krystle Tanton | nuziale capelli pettine : Prim e Posies | damigella d'onore Gonne : BHLDN| Dress ballare: Anthropologie | Orecchini : Kate ***** | floreale Sash abbellimento : Belle de Benoir | Groomsmen Cravatte : Ashley NEF | Guest Book : Bridewell mercato | Inviti e Giorno della cancelleria : Elsie J | Trucco : Beauty Box Makeup Arte | Photo Booth :pic Box | cancelleria Fotografia : Lindsey Chin - Jones | Muta : J. Crew | Luogo : Northstar Zephyr LodgeBHLDN e J.Crew sono membri della nostra Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui
http://www.belloabito.com/goods.php?id=422
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/2150535353535_394146.jpg
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49
Northstar Zephyr Lodge Wedding_vestiti da sposa
Victor Marques Dec 2009
Saudade solta ao vento


Na saudade solta ao vento,
Tenho amor com encanto.
Caminhadas eternas com esplendor,
Santificam teu amor…


Na vida dos sonhos inacabados,
Fado dos meus fados.
Sorriso doce e transparente,
Ser lindo, impaciente.


Sonho sempre sonhado,
Amor meu amado.
Sentimento do sentido sem lamento,
Saudade solta ao vento…


Victor  Marques
katy winser Jul 2014
Uno sguardo ,due anime perdute ,
Un solo attimo per riportarle a galla !
Gli occhi di lei…
Gli occhi di lui …
Una sola anima ormai !
Lui, forte creatura leggendaria dal spasimato passato
si sente fragile e impotente come mai prima.
Le lacrime di lei  colpiscono più di mille *****,
e il  sorriso …oh! Il  sorriso , non li dà gioia…no,
perché è il sorriso di lei  la ragione della tua esistenza ,
non più la Terra a tenerlo fermo ,ma l’esistenza di lei.
Lo sguardo di lui  che colpisce gli occhi di lei fa invidia anche al sole:
dolce, sereno, colmo di un eterno e sconfinato amore
che gli fa perdere il senso della vita e della persona,
quel amore che è l’unica cosa a poterlo  salvare
dal suo lurido destino e strapparlo  dalle  grinfie  della  solitudine!
Dayanne Mendes Dec 2013
Eu te olhei
Pela primeira vez na chuva,
Seu sorriso brilhava
As lágrimas no meu rosto pararam
E eu sorri também.
Queria sentir seu perfume,
Todo dia.
E quando eu te disse adeus,
Tudo em mim doía.
E dói,
Dói até hoje.
Eu não consigo evitar,
Ao me olhar no espelho,
Tudo que vejo é você.
l - DELÍRIOS ORGIÁSTICOS & ASTRAIS
    
    Participei da festa de Dionísio & as grandes estátuas de Leão plasmático, ergueram – se sobre a Terra. O precipício & o primeiro sinal da despedida cantando juntos a trilha sonora da invasão dos Profetas urrando a serviço das letras. Para todo o sempre o trono partido por ninfas histéricas! Crises contra o amuleto. Gnose fumacê participando celebrando a queda das pirâmides. Alquimistas do Verbo cantem o grito profano da Inquisição! Os sete pergaminhos caíram semeando a destruição da pedra Xamânica. Diadorim buscando solução em Fausto & Orfeu...? (inaudível psicopatia irradiada na vestimenta da alma). Exagerados, contemplavam mensagens infernais de Blake em vozes imagens melancólicas de Rimbaud. Logo as marés baixaram & sobre as ondas a Lua levitava em direção ao rugido do fogo; Dionísio em chamas bacantes! Ausência da queda no tempestuoso ninho levando aos portais da tormenta. Sete anjos cantando o mantra da lágrima metamorfoseada em dor.                                                             ­       
   Dionísio em voz de trovão: Oh! Se a voz do Tudo emanar a língua em torpor saqueando o princípio da guerra; Quando os sentidos estão sacudidos & a alma está dirigindo- se à loucura; quem pode permanecer? Quando as almas estiverem aprisionadas, lutando contra as revoltas do ar, na cor do som, quem poderá permanecer? Quando a brisa da fúria vier da garganta de Deus, quando as fábulas da persistência guiarem as nações, quem poderá permanecer?
    
    Quando baladarem o pecado, acabarem na batalha & navios dançarem em volta do último regozijo no espaço da morte: quando as almas estiverem embriagadas no fogo eterno & os amigos do inferno beberem antes do traço do infinito: Oh! quem poderá permanecer? Quem pode causar isto? Oh! Quem poderá responder diante do trono de Deus? Os Reis & os nobres poetas malditos repousando na caverna por dois séculos, têm permanecido?
    Não escutem, mas o Grito leva à ponte do não-ouvir. Não escutem, mas prazeres congestionados devem esperar. Amanhã. Só amanhã pensando se o tempo foge ao futuro ou se as árvores choram no Tempo & o Vento cantando a antiga canção da essência. A Terra deve esperar as lendas memoráveis sentindo passado & liberdade entre velhas histórias do coração descompassado em dia de vitória movendo ilusões da criação do mundo. Nem um sorriso noturno tremendo escrevendo cartas no oceano desejando amar & morrer ébrio no mar sonoro! Vamos celebrar sua dor& as novas despedidas & as páginas manchadas no lago desespero procurando asas no inferno análogo à soberba contemplando como um feiticeiro histórias orgiásticas em dias perdidos!
||- IMPRESSÕES DO INFINITO
Pequena ninfa exala virtude
Nova percepção é velha chuva
Intrépido céu em força à beira da tormenta
Tempo escasso frente do Tudo!
    Paradoxo abissal em finais absurdos. Doutrinas anti-socráticas poeira do nada embebecido forjado  para a volta. Um caminho é serpente fria salto com Ícaro destoando nobre silêncio ainda que duas palavras atravessem é sinal mágico psiconitróide em míticos fragmentos complexos da grande barriga virtual grande momento, enfim personagens pensantes na corrente capital ilustre ideológica. Nietzsche disse: “ não a intensidade, mas a constância das impressões superiores é que produz os homens superiores”. Dionísio ausente sibilo missionário resquício da grande tempestade transformando nada em músicas eternas músicas pós-Tudo música póstuma aquém de princípios de aura. É grande o Banquete na eternidade alucinógena da erva platônica. Lembranças unidas outras vidas presentes no barulho da dor. A carruagem sem asas foi  o veículo de Dante no purgatório encontrando Beatriz dito anjo de pele sutil com olhos da noite. Ou não. O primeiro grito do mundo foi o verbo, a morte do mundo foi a palavra.

    Acostumei a encontrar palavras atravessando o outro lado realizando caótico passo ao começo do ato simétrico pairando no ar buscando Tudo. Se a palavra antes fim fosse real sem ser palavra psia apenas causadora empírica dos dilemas tristes recortes de outrora pigmentados sem nome em precipício do fim! A ilha colorida geme! É o sinal da passagem da vida filosofal alfa poética plenos estados iluminados na sombra abissal de Rimbaud em crise  de riso & esquecimento sendo expulso da fumaça purgatório vivendo entre o sagrado & o profano com queda para o profano escutando vozes em terríveis silêncios metapsicofísicos abundantes pausas noturnas no vôo da maré. Salve a iluminação mágica fixada na irradiação transcendenastral! Dissonâncias filosóficas,  venham todos! Lamentos proféticos entorpecidos beberei do seu vinho! Indício do apocalipse! Profana histeria caótica levando a contatos xamânicos primitivos míticos em desertos & portais circulares!
             Serei eternamente condenado ao arco-íris do absoluto infinito!
Victor Marques May 2014
A palavra amor é mágica e exala perfume em todas as suas vertentes. O amor não pode servir de veículo para conseguir aquilo que se pode fazer ou através dele obter. ?
O amor que vivemos neste mundo é sermos felizes e fazer os outros também. Existem amores que se complementam, que unem raças, religiões, pessoas, e que acima de tudo prevalecem mesmo depois da morte.
    Um amor sem contrapartidas, sem limites, sem contratos que parecem ofuscar a leveza do amor. Existem amores nobres, solidários, palpáveis, celestiais,  universais que nos faz pensar, sempre sentir o verdadeiro significado do amor.  Existem tantos acontecimentos na nossa sociedade em que o ser humano procura desmesuradamente um trabalho fácil, um abraço, um obrigado, um amor amigo. O ser humano se abandona por vezes ao capricho de ser amado, bajulado sem no entanto,  se aperceber que o amor é algo muito bem mais importante, grandioso aos olhos de todos aqueles que se dedicam com pureza aos outros seres.
    Por vezes nada podemos fazer para conseguir amar quem queremos amar...
Demos voltas e voltas e procuramos amigos, amor em tantos deleites que o mundo nos oferece materialmente. Deixámos o amor espiritual num patamar nunca lembrado. As crianças têm uma grande predisposição para dar um beijo,  um salto, um abraço,  um sorriso, para dar amor de uma forma livre,  linda e gratuita. Elas são puras, sinceras, choram , riem, prostestam e amam descaradamente tudo o que as rodeia.  Vêem nos animais ternura, carinho, e porque não amor....
    Existem algumas pessoas que não deixam entrar nelas o verdadeiro significado da palavra amor. Existem tantos acontecimentos na nossa vida em que o amor se manifesta de uma forma muito simples e familiar: casamento, baptizado, comunhão, morte ...
    Amor parece existir desde sempre. Quantas noites na vida do ser humano parece que tudo se perdeu!
Até o próprio amor se consome, se esvazia como um balão de ar que rebenta com uma alfinetada. O amor é uma arte de se comprometer com tudo o que existe, com o universo preciso, e respeitar as leis sublimes de um Deus Criador?
     Tantos seres humanos que parecendo insignificantes tem tanto amor para dar, para partilhar.  Nascemos e nem sequer sabemos se foi por amor ou por um desejo egoísta da busca de simples prazer....
O amor deveria ser um elevar da alma,  uma força poderosa de tudo conciliar e amar.

Com amor

Victor Marques
Amor, palavra, vida, seres
Wow babygirl, 6 meses passaram depressa, e antes que eu me desse conta estava verdadeiramente vivo. Cada um desses dias foi único. Cada briga, cada sorriso, cada termo que inventamos, cada momento que tivemos, como você fazendo baby talk várias vezes sem querer, imitar animais (tão fofa imitando uma baleia) fazer os ditos "olhões" pra mim, correr por mim, chorar por mim, lutar por mim, e infelizmente até mesmo morrer por mim. A forma que andamos de mãos dadas meio que nos abraçando, você ter medo da Disney, eu aprender a andar de ônibus, ir na sua casa escondido, contar pros meus pais sobre você, contar pros seus pais que queria ser seu namorado, suas mixes, nossas músicas, coisas sobre o mundo que aprendi, na verdade aprendi muitas coisas sobre mim mesmo com você, algumas bem~ (cordas dizem tudo), eu comecei a amar minha vida por ter você comigo. Errei muito, fiz muitas coisas que sempre vou me arrepender, perdi sua confiança várias vezes té o ponto que estamos, e brigamos MUITO cara, como você costuma dizer não deve ter uma semana que não brigamos. E sinceramente acredito que isso vai mudar logo. Sei que nunca vai esquecer, e sempre vamos falar sobre os meus erros, eu te magoei e seria infernalmente horrível eu te obrigar a guardar tudo dentro de si, eu mereço ouvir essas coisas, são meus erros, e vou passar o resto da minha vida lutando pra me redimir por eles. Espero conseguir...

Ah, acho que devia ter dito isso no inicio, mas esse texto não vai ser separado em 100 coisas, mas vai ser tão bom quanto, e escrito em um dia, um dia pra eu escrever tudo que sinto por você. Sinceramente, acho que nem em mil anos conseguiria...Você me ensinou o que é o amor, e foi muito mais incrível do que eu pensava. Quando era menor, acreditava que se tirasse boas notas eu podia ficar rico e que isso me faria feliz. Mas ai você veio pra minha vida, e me mostrou como estava errado, eu largaria tudo por você, qualquer emprego, qualquer coisa, minha vida é sua, em todos os sentidos que possa imaginar. Eu quero ser tudo que você precisa. E vou sempre ser, ok? Mas, como disse no começo, passou tudo muito rápido. Pra mim, ainda somos como na 6ª série, apenas crianças juntas e se divertindo, eu gostando de você e você gostando de mim. Ainda sinto aquele mesmo sentimento. Você é meu primeiro e único amor, sempre vai ser, e não deve ter coisa melhor que isso. Logo no início mencionei estar verdadeiramente vivo, acho que já te contei isso algumas vezes, mas você me deu todos os tipos de sentimentos, você me fez sentir o mundo e sua beleza; sua beleza, ou seja, você. Você é a minha felicidade, e eu vou viver pra te fazer feliz. Você perdeu a fé em mim, mas eu te prometo, nunca vamos nos separar meu amor, nunca, e definitivamente vamos casar. E espero que essa seja a última vez que se faça necessário pedir, mas...Acredita em mim?

Tenho muito medo de te decepcionar, sabia? Tipo, você vive dizendo que sou perfeito, e que eu sou capaz de qualquer coisa, e que você acredita em mim, mas eu me sinto tão pouco. Não sou sequer capaz de escrever um bom texto pra você. Ou de passar uma semana sem brigar. Provavelmente não vou ter um emprego que te dê orgulho, não vou me sentir perfeito, mas eu também acredito em você, e por isso acredito que eu sou perfeito pra você. Mas isso não muda que eu tenho que me esforçar ao máximo pelo nosso futuro. Quero ficar com você pra sempre meu amor, e dar vários selinhos na sua boca até você sorrir, ou pegar nos seus pés quando você menos esperar, pular na cama e no sofá, brincar com você, namorar com você, comer com você, assistir filmes, tomar leite em pó, te amarrar e várias outras coisas que vamos fazer~ várias coisas, que de pouco em pouco e juntas, vão te fazer feliz.

É impressionante o quanto vivemos, e o quão rápido vivemos, e de pensar que foram apenas 6 meses...e que vamos ficar juntos esse mesmo tempo mais infinitas vezes, 1 ano, 2 anos, 20 anos, para sempre Rebeca.

Feliz aniversário de 6 meses amor da minha vida. (please see notes)
Prom?
colddistance Sep 2012
Quando o céu começar a descosturar,
e tudo que era sólido perder o sentido,
eu vou te segurar.
E vamos rasgar as bordas do que disseram para nós.
Até o nosso tempo acabar.
E eu não vou desmoronar,
porque a melhor parte de mim é o seu sorriso.
É irremediável o frio na minha barriga quando você sorri.
E se conseguissem ver no seu sorriso o que eu vejo,
conseguiriam ver sua alma em seus olhos.
Sam Aug 2012
Mi fai scoppiare in lacrime.
Gioia, tristezza, e l'amore.
Sono sopraffatto
ogni volta
Ti vedo.

Le Farfalle ritorno
Di volta in volta.

Il mento così prominente,
Il tuo sorriso così luminoso,
I tuoi occhi così incantevole.

Un abbraccio come nessun altro,
Caldo, pieno d'amore.
Imbarazzante e scomodo.

Baci soffici, duro, lento, veloce.
Intenso.

Fai finta di essere, cose che non sono,
Ma dentro di me vedere il tuo amore, la compassione,
La paura, il dolore, la gioia.

ride piccoli come un anello vero figlio dalla bocca,
come ** dolcemente solleticare la vostra abbronzato, ventre maculato.

Avvolto tra le tue braccia,
un bruco in un bozzolo.
Cassetta di sicurezza, suono, sicuro.

Abbiamo urlare e piangere.
Ci baciamo e ci sorridiamo.
Abbiamo fatto male e guarire.

Tu sei mia,
Io sono tuo.
Non importa chi ti ha amato,
o che vi piace quando ci separiamo,
L'amore che sgorga dal mio cuore,
per te,
Continuerà fino a che non cessa di.

Mi fai ridere,
piangere,
urlo,
brivido,
nella gioia, la rabbia, la disperazione, l'amore.

Voi mi levate dal baratro che è la mia mente.
Mi ricordi per questo che voglio essere vivo.
Victor Marques Sep 2013
Filha, filho, Filhos…

Quando me levanto com vontade de ver alguém com seu sorriso, não escolheria mais ninguém senão tu…
No mundo que Deus nos deu não existe puro e imaculado amor igual ao teu.
Depois de tanto tempo de vivências, compromissos, viagens pelo mundo fora sempre tive presente a dádiva de te ver nascer e crescer em sabedoria.
Tu sim tens a magia da lua comprometida com um mundo feito de bem que parece ao mesmo tempo teu e de mais ninguém….
    No coração tu tens a doce melodia das harpas de Jacob, nas mãos a gentileza de quem faz tudo com mestria e exatidão. Tantas filhas, filhos nascem pelo simples facto de o homem querer se multiplicar, procriar…
Tu nasceste por um terno amor, por uma vontade que dois seres tiveram em elevar na terra através da matéria o poder da alma.
   Neste mundo de injustiças, guerras económicas, sociais, políticas nascem todos os dias filhos, filhas com leveza e amor de dois seres. Tu, hoje fizeste me pensar na abundância que Deus nos dá, nas oportunidades que muitos não têm, nos que sofrem por não terem filhas, filhos…
O ciclo da vida me ajuda a amar, a compreender e a tolerar quem não consegue sentir força
Para caminhar e fazer uma descoberta diária da beleza da vida e da companhia de nossas filhas, filhos….

   O meu legado não teria sentido sem ti, o meu ser nunca seria completo em harmonia com o Deus criador. O nosso futuro quer filhas, filhos melhor do que nós pais que tentamos apreender o constante evoluir da sociedade humana.

    Não poderia deixar de estar grato a Deus, meus pais e meus antepassados pelo que me deram e continuam a dar. A vida de todos nós seria muito melhor se a nossa preocupação fosse dar sem lembrar e receber nunca esquecendo.  
     A ti nem sei que dizer… sei que nunca vai haver nada que por ti me faça desfalecer. Por ti se cair vou pedir a Deus que me ajude a erguer…

Victor Marques
Victor Marques Jan 2011
Aprendo a ser eu

Aprendi a ser menino contigo,
A Contemplar teu sorriso.
Emoção serena e descontrolada,
Regaço de uma bela fada.


Aprendi a sonhar de novo,
Não via a cor do céu,
Nuvens e branco véu,
Flores e rosas,
Papoilas vaidosas.


Sentir o olhar complexo,
Vasos com personagens ausentes,
Ateus de mãos dadas com crentes,
Prosa da vida sem nexo,
Aprendi a ter afecto.


Cordiais Cumprimentos.
Victor Marques
Victor Marques Aug 2010
Terra Linda

Os coqueiros, as paisagens esverdeadas,
As águas puras, cristalinas, abençoadas.
O sol que aquece, afugenta ilusões,
Aquece a pele, mas não os corações.


Pobreza com simplicidade confrangedora,
Mundo de supérflua riqueza,
Cultura enriquecedora,
Mistura de mar e natureza.


Corpos esbeltos e danças ritmadas,
Nas areias deste mar deixei pegadas,
O céu lindo, esbranquiçado,
Sorriso lindo, rasgado.

Victor Marques
Victor Marques Sep 2013
Sonhos


Pairas no pensamento, no inconsciente!
Estou eu a visionar as cataratas que explicam a beleza do salpicar das gotas de água…
O paraíso com anjos vestidos de um rosa velho mal tratado passeia numa barca que até
Já fora do diabo.

A espuma desse mar celestial quase entra em tão enfadonha embarcação.
Ruma em direção aos confins de lado nenhum, pois os sonhos se multiplicam e em segundos
Se esvanecem. Foge o vento que em dias de tempestade é frio, bate em tudo que lhe aparece á frente.
Temos sonhos dos dragões que no cabo das tormentas nos amedrontam todos os dias, nós fazem tremer de medo, chorar …transpirar junto aos lençóis de linho já raro.

Que pesadelo, que sonho arrepiante!

Existem sim os sonhos que também são sonhos de todos os seres humanos. O sonho de ser amado e amar na plenitude enquanto ser vivo.
A dignidade humana está na perseverança de quem sonha com amor a causas nobres. Na sua vida terrena o homem sonha e obras maravilhosas nascem por amor.

O meu sonho é um sonho de amor pelos outros, de dar de uma forma gratuita: um sorriso, um aperto de mão, um abraço, um conselho, uma troca positiva de olhar.
O meu sonho é o sonhar com Deus amor feito de bem, um sonhar que vai sempre mais além…
O meu sonho é amar a natureza sempre e respeitar suas leis…
Nunca deixes de sonhar, de contemplar as estrelas, o orvalho, o sol, a lua. Estamos num tempo que temos de sonhar sempre mesmo estando acordados.

Victor Marques
Victor Marques Aug 2010
A flor colorida

Não te dou sandálias para caminhar,
Suspiros de embalar,
Horizonte sempre apaixonado,
Afecto bem guardado.



Ai a neve branca da montanha,
Carinho nobre e desmedido,
Amor descomprometido,
Desejo rejuvenescido.


Caminhar sobre o mar,
Barquinho com velas sem navegar,
Amor eterno como o paraíso,
Dar um beijo, um sorriso.


O céu está estrelado,
Carícias do passado,
Primavera sempre envaidecida,
Flor florida….

Victor Marques
Glasgow Girl G1 Mar 2017
La prima volta che vi ** visto,
Vi ** amato con ogni cellula del mio essere.
Questo sentimento mi ha diviso il cuore
E ** avuto bisogno di proteggervi!

Quando ** tenuto la mano
Il calore della vostra pelle
Mi ha dato un sorriso
Brillava come le stelle!

Dal momento in cui avete l'aperto gli occhi
Avete vissuto nel mio cuore
Poi quando ** sentito il pianto
Volevo prendere il vostro dolore!

Finché Dio non ci separi.  
Mx
“Ai não sei se é sonho se realidade,”
Se uma brisa, que percorre meu ser,
Entra na minha vida, trás tua amizade,
Cultiva minha mente, preciso amadurecer!

“Ai não sei se é sonho se realidade”,
O que tuas palavras, fazem ao entardecer,
Transformam minha agonia e tiram sua ansiedade,
Durmo como criança até amanhecer!

“Ai não sei se é sonho se realidade”,
Mas na verdade, vivo ao te ouvir,
Feliz, sorrio ao te ver vir,
Teu sorriso é uma eterna beldade!

“Ai não sei se é sonho se realidade”,
Se um brinde, com uma enorme surpresa,
Uma dádiva da realeza, autenticidade!
Teu sorriso fascina, minha linda princesa.

Como eu queria olhar-te nos olhos,
Pegar-te nas mãos, encostar-te a mim,
Fechar os olhos e beijar-te!
“Ai não sei se é sonho se realidade”

Autor: António Benigno com uma frase de Fernando Pessoa.
Victor Marques Oct 2010
O Zé-ninguém da minha escola

Olhos tristes e sempre meigos,
Faltam-te doces beijos.
Hesitante e por vezes calmo,
Sentes o belo salmo.


Rouquidão dum velho pastor,
Teu sorriso encantador.
Resposta por vezes certa,
Galo que te desperta.


Insegurança desmedida,
Rosto facetado pela vida.
Incompreendido nesse mundo teu,
Tens o carinho que Deus te deu.


Tens o nome de António, de José,
Percorres o País de lés-a-lés,
As tuas vitórias são grandes conquistas,
Que não são sociais ou políticas.


Victor Marques
Victor Marques Nov 2012
O Nosso tempo deixa de ser tempo

    Hoje é um tempo novo de descoberta e actualização da nossa vida.
Por vezes, ficam para trás as coisas mais bonitas e simples que nos fazem tão felizes e não custam nada a fazer. O amor é um sentimento gratuito e duradouro. O sorriso também é eficaz e permanece na mente de quem o dá e recebe. Agradecer a Deus e às pessoas que nos rodeiam fortifica o nosso espirito por vezes ocupado com tantas banalidades.
    Temos uma natureza que ressuscita todos os dias profícua em dar e nunca pede nada em troca, simplesmente respeito pela criação de tudo que a ela envolve e a nós também.
O tempo se perde no próprio tempo que deixa de ser tempo para quem corre todos os dias atrás de um autocarro, metro, táxi ou outro qualquer devaneio próprio do nosso tempo.
    Vivemos num mundo surdo e cheio de poluições que afectam e matam seres humanos que nem se apercebem da causa da sua morte. Comemos alimentos cheios de pesticidas, herbicidas e por vezes contaminados. Falta ao homem do nosso tempo, tempo para si e seu deleite pessoal.  O Homem perdeu a sua ligação com a natureza das mais diversificadas maneiras: deixou de viver num ambiente campestre, começando a viver em verdadeiras prisões citadinas onde a Indústria e um trabalho fácil atrai multidões.
   O nosso tempo é um tempo de teclados, de écrans gigantes, de mexer de dedos, de mensagens virtuais que não transmitem coisa nenhuma.
   Um tempo que deixa Deus num plano quase esquecido do nosso dia-a-dia.
Este tempo que deixa de ser tempo é louco. Matam-se pais, filhos, irmãos…
Este tempo é um tempo em as pessoas vivem e morrem penando e sentindo cada vez mais a falta de dinheiro, trabalho e uma vida cheia de felicidade.

  Victor Marques
tempo, natureza, Deus
Victor Marques Jan 2011
Ai está o amor…

Quando o coração se alegra e ri,
Quando a pele se toca com sabor,
Quando o sorriso é para ti,
Ai .Sim há amor…!

Quando as flores oferecem perfume,
Quando o lume tem calor,
Quando o ciúme é ciúme,
Ai. Sim existe amor.


Quando a alegria é gratuita,
A vontade nos incita,
O orvalho molha a flor,
Ora essa… ai está o amor.

Cordiais Cumprimentos.
Victor Marques
BarelyABard Jan 2013
Anni fa, ti ** scritto una poesia d'amore.
Occhi nebbiosa e luminoso, mi hai sorriso.
Ma negli abissi del profondo
la mia coscienza mi ha urlato.
Sa che abbiate mai svanire proprio come il resto
perché sono un casino maledetto dio.
colddistance Sep 2012
No meio da multidão e da sociedade corrompida.
Tudo que eu vejo é você.
Meus dedos se entrelaçam.
No horizonte de eventos da tristeza profunda, você me resgata apenas por existir.
Sinto o desespero da ansiedade sobrepor o sono dado da depressão e, como um tapa frio nas costas,
arranca minha coluna e a quebra como se fosse de vidro. Tudo que eu vejo é você.
Eu sinto meu estômago congelar e minha pele queimar como se fosse lepra.
E todo o desespero, tristeza e agonia, não fazem parte de mim quando me lembro do seu sorriso. É um rifle apontado pro meu peito.
Mariah Tulli Feb 2019
Chovia a umas três horas, nada tão diferente de dias normais em São Paulo. Clara se arrumava para o trabalho com aquela pressa de quem ia perder o trem, mas na verdade era apenas a euforia pro segundo encontro com Luisa, que ia acontecer no fim do expediente. Se desesperou mais ainda quando olhou para cama e viu o tanto de roupa que havia deixado espalhada.  E se no final nós viermos para minha casa? Vai estar tudo uma bagunça, pensou ela, mas deixou assim mesmo, pois não queria criar expectativas demais, era apenas o segundo encontro e como já havia notado, Luisa parecia ser daquelas meninas meio tímidas de início. Pronto, calça preta, blusa preta e um boné vermelho que combinava com o tênis, pois em dias de chuva era necessário já que sempre perdia a sombrinha.

- Oii linda, então está tudo certo pra hoje né? Saio às 17h e prometo não atrasar. Disse clara enfatizando aquela idéia de pontualidade mais pra ela mesma do que para Luisa.
- Clara.. ops, claro rs! Te encontro no metrô perto do seu trabalho :)

Luisa tinha mania de fazer piadas com coisas bem bobas, era sua marca. Logo em seguida da mensagem enviada percebeu que mais uma vez tinha feito isso e riu de si mesma. Assim se estendeu o dia, Luisa sem muito o que fazer pois era seu dia de folga, então estava com todo o tempo do mundo para se arrumar, mas era daquelas decididas que pensava na roupa que iria vestir enquanto tomava banho e em dez minutos já estava pronta. O relógio despertou às 16h, trinta minutos se arrumando e mais trinta no metrô. Luisa estava pontualmente no local combinado, mesmo sabendo que Clara iria demorar mais um pouco ate finalizar todas as tarefas. Mais trinta minutos se passaram e nesse tempo Luisa já estava sentada em um bar ao lado da saída lateral do metrô com uma cerveja na mão, avistou aquele sorriso intenso de Clara, sorriu de volta cantarolando em sua cabeça “cê tem uma cara de quem vai fuder minha vida”, música vívida entre os jovens.

-Desculpa, te deixei esperando mais uma vez, como vamos resolver essa dívida aí? Disse clara esperando que a resposta fosse “com um beijo”.
-Sem problemas, já estou quase me acostumando, me rendi a uma cerveja, mas podemos beber outras lá em casa, o que acha?

Sem mais nem menos Clara aceitou e ficou surpresa pelo convite, a timidez percebida por ela já tinha ido embora pelo jeito. Chegando lá sentou em um colchão em cima de um pallet que ficava na sala e começou a analisar todo o ambiente, uma estante com dezenas de livros e três plantas pequenas no topo. Luisa com o tempo livre do dia deixou a casa toda arrumada e a geladeira cheia de cerveja, abriu uma garrafa e sentou-se ao lado de Clara em seu sofá improvisado.

-Posso? Pergunta Luisa ao indicar que queria passar a mão no sidecut de Clara.
-Claro, aproveita que raspei ontem.

Com a deixa para carícias, a mão ia deslizando de um lado para o outro em um toque suave na parte raspada do cabelo, até chegar ao ponto em que Clara já estava ficando um pouco excitada e gentilmente virou-se para Luisa encarou-a e sorriu, sem dizer nada, silêncio total, deixando aquela tensão pré beijo no ar por uns segundos. E sem nenhum esforço deixou que acontecesse naturalmente, sentindo aquele beijo encantador de Luisa. Pernas se entrelaçaram, corpos mais pertos um do outro, Clara acariciava lentamente o ombro de Luisa, aproveitando o movimento para abaixar a alça de sua blusa e dar um leve beijo na parte exposta, se estendendo ao pescoço, fazendo Luisa se arrepiar. Naquele momento o ambiente começa a ficar mais quente e num piscar de olhos as duas já se livraram de suas blusas. Clara volta a acariciar a pele de Luisa, mas dessa vez mais intensamente, percorre a mão pela barriga, puxa cuidadosamente a pele perto do quadril para conter o tesão, vai deslizando pela coxa, e num movimento quase imperceptível abaixa o short de Luisa e beija seus lábios molhados, fazendo-a soltar gemidos de excitação, criando um clima mais ofegante. Luisa em um mix de sensações sentiu a pulsação mais rápida de suas veias acelerado o coração, pernas tremendo e mãos suando, até perceber que aquele oral era o primeiro em que se entregava por completo, e se entregou.  Estava segura de si que aquilo era mágica e com a respiração voltando ao normal, posou um sorriso no rosto, abraçou Clara e perdurou o afago até cair no sono.
Victor Marques Jul 2012
Chamo-vos Palavras

Tu que tens voz e dizes palavras,
Alegres e inacabadas.
Elas têm coragem,
São a tua imagem.

São misturas de cores,
Gritam perdas de amores,
São como as flores,
Outras de fingidores….

Inocente e incompreendida,
Experiência vivida.
Liberdade e esperança,
Sorriso de criança.

Diz palavras por amor,
Ama Jesus Nosso senhor,
Palavra santa que Te delicia,
Amanhece outro dia.

Victor Marques
Victor Marques Jan 2017
Quando me levanto e olho da minha janela,
Agradecendo a vida  e o amor que tenho por ela.
As encostas por trabalhadores durienses foram esculpidas,
E suas memorias nunca  esquecidas ....


Agradecendo as geadas que gelam nosso olhar
Vides que esperam uma Primavera,
Nevoeiros que esfumaçam na nossa terra,
Pastores  que pernoitam com o brilho do luar...


Lagartos que hibernam sempre no Inverno,
Noites longas que nos deixam monótonos e tristonhos,
Agradecendo o amor que parece eterno,
Vivendo segundo a lei dos nossos sonhos...


O Sol espreita por vezes de soslaio e sorrateiro,
Agradecendo as noite frias em Janeiro,
O céu fica limpo e pronto para ser contemplado,  
E eu fico meio embasbacado ...


Victor Marques
AGRADECER, INVERNO, FRIO
Victor Marques Jan 2012
O olhar silencioso

Junto ao mar eu parei,
Olhar no olhar eu deixei,
Ondas eu até sentia,
Sussurro de quem te conhecia.

Na boca doce perfeita,
Um sentimento apertado,
O Vento até se deita,
No olhar apaixonado.

O olhar até molhado, sentido,
Sorriso bom e querido,
Pestanejar sem ruído,
Olhar comprometido

Olhar de quem nada sabe,
Devaneio e desejo,
Olhar sem idade,
Silencio e um beijo.

Victor Marques
jalalium Jan 2013
Quando eu vejo as suntuosas flores
Eu penso dela
Quando eu leio as cartas de amor de os grandes autores
Eu penso dela

Quando eu me perco no céu azul
Eu penso dela
Se eu trabalho,ela é quem eu trabalho pela
De todos os meus assuntos, o seu amor é o cônsul

Você tem as chaves de meu sorriso
não posso ser feliz sem você
Mais de quo o ar, eu te preciso
*Porque sem ti minha vida é tolice
Mariana Seabra Jul 2023
Chegaste a mim em forma de argila, num balde de plástico furado.  
Apanhei-te, de surpresa, embrulhada nas ondas do meu mar salgado.  
Estavas escondida, por entre os rochedos, rodeada pelas habituais muralhas que te aconchegam,  
                                                   ­     as mesmas que me atormentam,  
quando levantas uma barreira que me impede de chegar a ti.  

Segurei-te nos braços, como quem se prepara para te embalar. Sacudi-te as algas, e encostei o meu ouvido à casca que te acolhia no seu ventre.  
Não conseguia decifrar o som que escutava, muito menos controlar a vontade de o querer escutar mais. Algo ecoava num tom quase inaudível. Sentia uma vida...uma vida fraca, sim...mas, havia vida a pulsar. Podia jurar que conseguia sentir-te, para lá da barreira, como se me tivesses atravessado corpo adentro.
Ainda não conhecia o som da tua voz, e ela já me fazia sonhar.  

Pulsavas numa frequência tão semelhante à minha!... não resisti,  
fui impelida a chegar mais perto. Precisava de te tocar, precisava de te ver,
     só para ter a certeza se eras real,
                           ou se, finalmente, tinha terminado de enlouquecer.

Se tinha perdido os meus resquícios de sanidade,  
                                                     ­                                   consciência,
                                                                ­                        lucidez,                              
ou se era verdade que estávamos ambas a vibrar,
no mesmo espaço, ao mesmo tempo, no mesmo ritmo de frequência, uma e outra e outra...e outra vez.  

Vieste dar à costa na minha pequena ilha encantada. Na ilha onde, de livre vontade, me isolava.  
Na ilha onde me permitia correr desafogadamente,  

                                             ­                            ser besta e/ou humana,  
                                                       ­                  ser eu,  
                                                           ­              ser tudo,
                                                                ­         ser todos,  
                                                        ­                 ou ser nada.  

Na mesma ilha onde só eu decidia, quem ou o que é que entrava. Não sabia se estava feliz ou assustada! Mais tarde, interiorizei que ambos podem coexistir. Por agora, sigo em elipses temporais. Longos anos que tentei suprimir num poema, na esperança que ele coubesse dentro de ti.

(…)

“Como é que não dei pela tua entrada? Ou fui eu que te escondi aqui? Será que te escondi tão bem, que até te consegui esconder de mim? És uma estranha oferenda que o mar me trouxe? Ou és só uma refugiada que ficou encalhada? Devo ficar contigo? Ou devolver-te às correntes? Como é que não dei pela tua entrada...? Que brecha é que descobriste em mim? Como é que conseguiste chegar onde ninguém chegou? Como é que te vou tirar daqui?”.  

Não precisei de te abrir para ver o que tinha encontrado, mas queria tanto descobrir uma brecha para te invadir! Não sabia de onde vinha esse louco chamamento. Sei que o sentia invadir-me a mim. Como se, de repente, chegar ao núcleo que te continha fosse cada vez menos uma vontade e, cada vez mais uma necessidade.

Cheiravas-me a terra molhada,  
                                                      ­   depois de uma chuva desgraçada. Queria entrar em ti! Mesmo depois de me terem dito que a curiosidade matava. Queria tanto entrar em ti! Ser enterrada em ti!  

A arquiteta que desenhou aquele balde estava mesmo empenhada                                                        ­                                                             
                                 em manter-te lá dentro,  
e manter tudo o resto cá fora. A tampa parecia bem selada.  

Admirei-a pela inteligência. Pelo simples que tornou complexo.  
Pela correta noção de que, nem toda a gente merece ter o teu acesso.

(...)

Vinhas em forma de argila...e, retiradas as algas da frente, vi um labirinto para onde implorei ser sugada. Estava no epicentro de uma tempestade que ainda se estava a formar e, já se faziam previsões que ia ser violenta. O caos de uma relação! de uma conexão, onde o eu, o tu e o nós, onde o passado, o futuro e o presente, entram em conflito, até cada um descobrir onde se encaixa, até se sentirem confortáveis no seu devido lugar.  

Estava tão habituada a estar sozinha e isolada, apenas acompanhada pelo som da água, dos animais ou do vento, que não sabia identificar se estava triste ou contente. Não sabia como me sentir com a tua inesperada chegada. Não sabia o que era ouvir outro batimento cardíaco dentro da minha própria mente,  

e sentir uma pulsação ligada à minha, mesmo quando o teu coração está distante ou ausente.  

No começo, espreitava-te pelos buracos do balde, por onde pequenos feixes de luz entravam e, incandesciam a tua câmera obscura,  

                 e tu corrias para te esconder!
                 e eu corria para te apanhar!
                 e foi um esconde-esconde que durou-durou...
                 e nenhuma de nós chegou a ganhar.  

Quanto mais te estudava, menos de mim percebia. Mais admiração sentia por aquela pedra de argila tão fria. "Que presente é este que naufragou no meu mar? Como é que te vou abrir sem te partir?"

Retirei-te a tampa a medo,  
                                                a medo que o teu interior explodisse.  

E tu mal te mexeste.  
                                  E eu mexia-te,
                                                           remex­ia-te,
                                                           virava-te do direito e do avesso.  

És única! Fazias-me lembrar de tudo,
                                                          e não me fazias lembrar de nada.

És única! E o que eu adorava  
é que não me fazias lembrar de ninguém,  
                             ninguém que eu tivesse conhecido ou imaginado.

És única! A musa que me inspirou com a sua existência.  

“Como é que uma pedra tão fria pode causar-me esta sensação tão grande de ardência?”

(…)

Mesmo que fechasse os olhos, a inutilidade de os manter assim era evidente.  
Entravas-me pelos sentidos que menos esperava. Foi contigo que aprendi que há mais que cinco! E, que todos podem ser estimulados. E, que podem ser criados mais! Existem milhares de canais por onde consegues entrar em mim.  

A curiosidade que aquele teu cheiro me despertava era imensa,                                                          ­                                                

               ­                                                                 ­                  intensa,
                                                                ­                                                       
         ­                                                                 ­                         então,  
                                          
             ­                                                                 ­                    abri-te.

Abri-me ao meio,  
só para ver em quantas peças é que um ser humano pode ser desmontado.

Despi-te a alma com olhares curiosos. E, de cada vez que te olhava, tinha de controlar o tempo! Tinha de me desviar! Tinha medo que me apanhasses a despir-te com o olhar. Ou pior!  
Tinha medo que fosses tu a despir-me. Nunca tinha estado assim tão nua com alguém.  
Tinha medo do que os teus olhos poderiam ver. Não sabia se ficarias, mesmo depois de me conhecer. Depois de me tirares as algas da frente, e veres que não sou só luz, que luz é apenas a essência em que me prefiro converter. Que vim da escuridão, embrulhada nas ondas de um mar escuro e tenebroso, e é contra os monstros que habitam essas correntes que me debato todos os dias, porque sei que não os posso deixar tomar as rédeas do meu frágil navio.  

(...)

Vinhas em inúmeros pedaços rochosos,
                                                                ­             uns afiados,  
  
                                                   ­                          uns macios,

                                                               ­           todos partidos...

Sentia a tua dureza contra a moleza da minha pele ardente,  
E eu ardia.  
                    E tu não ardias,  
                                                 parecias morta de tão fria.  

Estavas tão endurecida pela vida, que nem tremias.  
Não importava o quanto te amasse,  
                                                       ­          que te atirasse à parede, 
                                                        ­         que te gritasse                                                         ­                                                                 ­                    
                                                                ­                            ou abanasse...

Não importava. Não tremias.  

Haviam demasiadas questões que me assombravam. Diria que, sou uma pessoa com tendência natural para se questionar. Não é motivo de alarme, é o formato normal do meu cérebro funcionar. Ele pega numa coisa e começa a rodá-la em várias direções, para que eu a possa ver de vários ângulos, seja em duas, três, quatro ou cinco dimensões.  

"Porque é que não reagias?"  
"Devia ter pousado o balde?"  
"Devia ter recuado?"
"Devia ter desviado o olhar,
                                                      em vez de te ter encarado?"  

Mas, não. Não conseguia. Existia algo! Algo maior que me puxava para os teus pedaços.  
Algo que me fervia por dentro, uma tal de "forte energia", que não se permitia ser domada ou contrariada. Algo neles que me atraía, na exata medida em que me repelia.

Olhava-te, observava-te,  
                                                absorvia-te...
e via além do que os outros viam.
Declarava a mim mesma, com toda a certeza, que te reconhecia.
Quem sabe, de uma outra vida.
Eras-me mais familiar à alma do que a minha própria família.  
Apesar de que me entristeça escrever isto.  

Eram tantas as mazelas que trazias...Reconhecia algumas delas nas minhas. Nem sabia por onde te pegar.
Nem sabia como manter os teus pedaços juntos. Nem sabia a forma certa de te amar.
Estava disposta a aprender,  
                                                   se estivesses disposta a ensinar.  

(…)

Descobri com a nossa convivência, que violência era o que bem conhecias,                                                       ­                                                         
                    então, claro que já não tremias!  
Um ser humano quebrado, eventualmente, habitua-se a esse estado. Até o amor lhe começa a saber a amargo.  

Só precisei de te observar de perto.  
Só precisei de te quebrar com afeto.

Culpei-me por ser tão bruta e desastrada, esqueci-me que o amor também vem com espinhos disfarçados. Devia ter percebido pelo teu olhar cheio e vazio, pelo reflexo meu que nele espelhava, que a semelhança é demasiada para ser ignorada.

Somos semelhantes.  

Tão diferentes! que somos semelhantes.  

Duas almas velhas e cansadas. Duas crianças ingénuas e magoadas. Duas pessoas demasiado habituadas à solidão.  

Só precisei de escavar através do teu lado racional.
Cegamente, mergulhei bem fundo, onde já nem a luz batia,

                                                               ­    e naveguei sem rumo certo  

nas marés turbulentas do teu emocional. E, algures dentro de ti,  
encontrei um portal que me levou a um outro mundo...

Um mundo onde eu nem sabia que uma outra versão de mim existia,                                                         ­                                                         
       ­       onde me escondias e cobrias com a lua.

Um mundo onde eu estava em casa, e nem casa existia,  
                                                      ­            
                       onde me deitava ao teu lado,                                          
                          onde te deitavas ao meu lado,                                                            ­                                            
                    ­            totalmente nua,
      debaixo da armadura que, finalmente, parecia ter caído.  

Creio que mergulhei fundo demais...  
Ultrapassei os limites terrestres,
                                 e fui embater contigo em terrenos espirituais.  

Cheguei a ti com muita paciência e ternura.
Tornei-me energia pura! Um ser omnipresente. Tinha uma vida no mundo físico e, uma dupla, que vivia contigo através da música, da escrita, da literatura…Tornei-me minha e tua!  
Eu sabia...
Há muito amor escondido atrás dessa falsa amargura.  
Então, parei de usar a força e, mudei de abordagem,  
para uma mais sossegada,
                                               uma que te deixasse mais vulnerável,                                                                    ­                                            
         em vez de assustada.  

(…)

“Minha pedra de argila, acho que estou a projetar. Estou mais assustada que tu! Estar perto de ti faz-me tremer, não me consigo controlar. Quero estar perto! Só quero estar perto! Mesmo que não me segure de pé. Mesmo que tenhas de me relembrar de respirar. Mesmo que me custem a sair as palavras, quando são atropeladas pela carrada de sentimentos que vieste despertar…”

És um livro aberto, com páginas escritas a tinta mágica.
A cada página que o fogo revelava, havia uma página seguinte que vinha arrancada. Mais um capítulo que ficava por ler. Outra incógnita sobre ti que me deixavas a matutar.

Soubeste como me despertar a curiosidade,
como a manter,
como me atiçar,
como me deixar viciada em ti,
como me estabilizar ou desestabilizar.  

E nem precisas de fazer nada! a tua mera existência abana a corda alta onde me tento equilibrar.

Segurei-te com todo o carinho! E, foi sempre assim que quis segurar-te.

Como quem procura
                                       amar-te.

Talvez transformar-te,  
                                        em algo meu,
                                        em algo teu,
                                                                ­ em algo mais,
                                                                ­                          em algo nosso.  

Oferecias resistência, e eu não entendia.  
A ausência de entendimento entorpecia-me o pensamento, e eu insistia...Não conseguia respeitar-te. Só queria amar-te!

Cada obstáculo que aparecia era só mais uma prova para superar,  
                    ou, pelo menos, era disso que me convencia.
Menos metros que tinha de fazer nesta maratona exaustiva!
onde a única meta consistia  
                                                   em chegar a ti.
Desse por onde desse, tivesse de suar lágrimas ou chorar sangue!

(...)

Olhava-te a transbordar de sentimentos! mal me conseguia conter! mal conseguia formar uma frase! mal conseguia esconder que o que tremia por fora, nem se comparava ao que tremia por dentro!
Afinal, era o meu interior que estava prestes a explodir.

"Como é que não te conseguiste aperceber?”

A tua boca dizia uma coisa que, rapidamente, os teus olhos vinham contrariar. "Voa, sê livre”. Era o que a tua boca pregava em mim, parecia uma cruz que eu estava destinada a carregar. Mas, quando eu voava, ficava o meu mar salgado marcado no teu olhar.  
Não quero estar onde não estás! Não quero voar! quero deitar-me ao teu lado! quero não ter de sair de lá! e só quero voar ao teu lado quando nos cansarmos de viajar no mundo de cá.  

“Porque é que fazemos o oposto daquilo que queremos? Porque é que é mais difícil pedir a alguém para ficar? Quando é que a necessidade do outro começou a parecer uma humilhação? Quando é que o mundo mudou tanto, que o mais normal é demonstrar desapego, em vez daquela saudável obsessão? Tanta questão! Também gostava que o meu cérebro se conseguisse calar. Também me esgoto a mim mesma de tanto pensar.”

(...)

O amor bateu em ti e fez ricochete,  
                                                    ­                acertou em mim,  
quase nos conseguiu despedaçar.  

Até hoje, és uma bala de argila, perdida no fluxo das minhas veias incandescentes. O impacto não me matou, e o buraco já quase sarou com a minha própria carne à tua volta. Enquanto for viva, vou carregar-te para onde quer que vá. Enquanto for viva, és carne da minha própria carne, és uma ferida aberta que me recuso a fechar.
Quero costurar-me a ti! para que não haja possibilidade de nos voltarmos a separar.

Não sei se te cheguei a ensinar alguma coisa, mas ansiava que, talvez, o amor te pudesse ensinar.  

Oferecias resistência, e eu não entendia.  
Então, eu insistia...
                                   Dobrava-te e desdobrava-me.
Fazia origami da minha própria cabeça  
                                                e das folhas soltas que me presenteavas,
escritas com os teus pensamentos mais confusos. Pequenos pedaços de ti!  
Estava em busca de soluções para problemas que nem existiam.  

"Como é que vou tornar esta pedra áspera, numa pedra mais macia? Como é que chego ao núcleo desta pedra de argila? Ao sítio onde palpita o seu pequeno grande coração?
Querias que explorasse os teus limites,  
                                                      ­      ou que fingisse que não os via?”

Querias ser pedra de gelo,  
                                                  e eu, em chamas,  
queria mostrar-te que podias ser pedra vulcânica.

(...)

Estudei as tuas ligações químicas, cada partícula que te constituía.
Como se misturavam umas com as outras para criar  

                 a mais bela sinestesia

que os meus olhos tiveram o prazer de vivenciar.


Tornaste-te o meu desafio mais complicado.  
“O que raio é suposto eu fazer com tantos bocados afiados?”.  
Sinto-os espalhados no meu peito, no sítio onde a tua cabeça deveria encaixar, e não há cirurgia que me possa salvar. Não sei a que médico ir.  Não sei a quem me posso queixar.
São balas fantasma, iguais às dores que sinto quando não estás.  
A dor aguda e congruente que me atormenta quando estás ausente.
Como se me faltasse um pedaço essencial, que torna a minha vida dormente.

Perdoa-me, por nunca ter chegado a entender que uso lhes deveria dar.  

(...)

Reparei, por belo acaso! no teu comportamento delicado  
quando te misturavas com a água salgada, que escorria do meu olhar esverdeado,
                                  quando te abraçava,  
                                  quando te escrevia,  
                          em dias de alegria e/ou agonia.
Como ficavas mais macia, maleável e reagias eletricamente.  
Expandias-te,  
                          tornav­as-te numa outra coisa,  
                                                        ­              um novo eu que emergia,  

ainda que pouco coerente.  


Peguei-te com cuidado. Senti-te gélida, mas tranquila...
"Minha bela pedra de argila..."
Soube logo que te pertencia,  
                                                    ­   soube logo que me pertencias.  
Que o destino, finalmente, tinha chegado.
E soube-o, mesmo quando nem tu o sabias.

A estrada até ti é longa, prefiro não aceitar desvios.  
É íngreme o caminho, e raramente é iluminado...
muito pelo contrário, escolheste construir um caminho escuro,  
cheio de perigos e obstáculos,  
                                                   ­      um caminho duro,  
feito propositadamente para que ninguém chegue a ti...
Então, claro que, às vezes, me perco. Às vezes, também não tenho forças para caminhar. E se demoro, perdoa-me! Tenho de encontrar a mim mesma, antes de te ir procurar.  

No fim da longa estrada, que mais parece um labirinto perfeitamente desenhado,
                                      sem qualquer porta de saída ou de entrada,
estás tu, lá sentada, atrás da tua muralha impenetrável, a desejar ser entendida e amada, e simultaneamente, a desejar nunca ser encontrada.  

“Como é que aquilo que eu mais procuro é, simultaneamente, aquilo com que tenho mais medo de me deparar?”

Que ninguém venha quebrar a tua solidão!  
Estás destinada a estar sozinha! É isso que dizes a ti mesma?
Ora, pois, sei bem o que é carregar a solidão às costas,  
a beleza e a tranquilidade de estar sozinha.

Não vim para a quebrar,  
                                   vim para misturar a tua solidão com a minha.

Moldei-te,  
                     e moldei-me a ti.

Passei os dedos pelas fissuras. Senti todas as cicatrizes e, beijei-te as ranhuras por onde escapavam alguns dos teus bocados. Tentei uni-los num abraço.
Eu sabia...
Como se isto fosse um conto de fadas…
Como se um beijo pudesse acordar…
Como se uma chávena partida pudesse voltar atrás no tempo,  
                                                        ­      
                                                         segundo­s antes de se estilhaçar.  

O tempo recusa-se a andar para trás.
Então, tive de pensar numa outra solução.
Não te podia deixar ali, abandonada, partida no chão.

Todo o cuidado! E mesmo assim foi pouco.  
Desmoronaste.  
Foi mesmo à frente dos meus olhos que desmoronaste.  

Tive tanto cuidado! E mesmo assim, foi pouco.
Não sei se te peguei da forma errada,  
                            
                              ou se já chegaste a mim demasiado fragilizada…

Não queria acreditar que, ainda agora te segurava...
Ainda agora estavas viva…
Ainda agora adormecia com o som do teu respirar…

Agora, chamo o teu nome e ninguém responde do lado de lá…
Agora, já ninguém chama o meu nome do lado de cá.

Sou casmurra. Não me dei por vencida.
Primeiro, levantei-me a mim do chão, depois, quis regressar a ti
                            e regressei à corrida.  
Recuperei-me, e estava decidida a erguer-te de novo.
Desta vez tive a tua ajuda,
                                                   estavas mais comprometida.
Tinhas esperança de ser curada.
Talvez, desta vez, não oferecesses tanta resistência!
Talvez, desta vez, aceitasses o meu amor!
Talvez, desta vez, seja um trabalho a dois!
Talvez, desta vez, possa estar mais descansada.
Talvez, desta vez, também eu possa ser cuidada.

Arrumei os pedaços, tentei dar-lhes uma outra figura.
Adequada à tua beleza, ao teu jeito e feitio. Inteligente, criativa, misteriosa, divertida, carismática, observadora, com um toque sombrio.

Despertaste em mim um amor doentio!  
Ou, pelo menos, era assim que alguns lhe chamavam.
Admito, a opinião alheia deixa-me mais aborrecida do que interessada. A pessoas incompreensivas, não tenho vontade de lhes responder. Quem entende, irá entender. Quem sente o amor como uma brisa, não sabe o que é senti-lo como um furacão. Só quem ama ou já amou assim, tem a total capacidade de compreender, que nem tudo o que parece mau, o chega realmente a ser.

Às vezes, é preciso destruir o antigo, para que algo novo tenha espaço para aparecer. Um amor assim não é uma doença, não mata, pelo contrário, deu-me vontade de viver. Fez-me querer ser melhor, fez-me lutar para que pudesse sentir-me merecedora de o ter.

Sim, pode levar-nos à loucura. Sei que, a mim, me leva ao desespero. O desespero de te querer apertar nos meus braços todos os dias. O desespero de te ter! hoje! amanhã! sempre! O desespero de viver contigo já! agora! sempre! O desespero de não poder esperar! O desespero de não conseguir seguir indiferente depois de te conhecer! O desespero de não me conseguir conter! Nem a morte me poderia conter!  
E , saber que te irei amar, muito depois de morrer.  

Quem nunca passou de brasa a incêndio, não entende a total capacidade de um fogo. Prefiro renascer das cinzas a cada lua nova, do que passar pela vida sem ter ardido.  

Já devia ter entendido, as pessoas só podem mergulhar fundo em mim se já tiverem mergulhado fundo em si. Quem vive à superfície, não sabe do que falo quando o assunto é o inconsciente.  
Se os outros não se conhecem sequer a si mesmos, então, a opinião deles deveria mesmo importar? Há muito já fui aclamada de vilã, por não ser mais do que mera gente. E, como qualquer gente, sou simples e complexa. A realidade é que, poucos são os que se permitem sentir todo o espectro de emoções humanas, genuinamente, e eu, felizmente e infelizmente, sou gente dessa.

(…)

Descobriste um oceano escondido e inexplorado.  
Um Mar que se abriu só para ti, como se fosse Moisés que se estivesse a aproximar. Um Mar que só existia para ti. Um Mar que mais ninguém via, onde mais ninguém podia nadar. Um Mar reservado para ti. Parecia que existia com o único propósito de fazer o teu corpo flutuar.  

Deste-lhe um nome, brincaste com ele, usaste-o, amassaste-o, engoliste-o
                      e, cuspiste-o de volta na minha cara.

Uma outra definição. Um Mar de água doce, com a tua saliva misturada.
Uma outra versão de mim, desconhecida, até então.  
Um outro nome que eu preferia.
Um nome que só tu me chamavas, e mais ninguém ouvia,  
Um booboo que nasceu na tua boca e veio parar às minhas mãos, e delas escorria para um sorriso tímido que emergia.

(...)

E, de onde origina a argila?
Descobri que, pode gerar-se através de um ataque químico. Por exemplo, com a água. "A água sabe."  Era o que tu me dizias.  

Era com ela que nos moldavas.
Talvez com a água doce e salgada que escorria do teu rosto
                                                   e no meu rosto caía,
                                                   e no meu pescoço secava,

enquanto choravas em cima de mim,
                                                                ­abraçada a mim, na tua cama.

Enquanto tremias de receio, de que me desejasses mais a mim, do que aquilo que eu te desejava.

“Como não podias estar mais enganada!  
Como é que não vias todo o tempo e amor que te dedicava?  
Tinhas os olhos tapados pelo medo? Como é que me observavas e não me absorvias?”

O amor tem muito de belo e muito de triste.  A dualidade do mundo é tramada, mas não me adianta de nada fechar os olhos a tudo o que existe.  

Ah! Tantas coisas que nascem de um ataque químico! Ou ataque físico, como por exemplo, através do vulcanismo ou da erosão.
Quando moveste as placas que solidificavam as minhas raízes à Terra,  
           e chegaste a mim em forma de sismo silencioso,  
mandaste-me as ilusões e as outras estruturas todas abaixo, e sobrou uma cratera com a forma do meu coração, de onde foi cuspida a lava que me transmutou. A mesma lava que, mais tarde, usei para nos metamorfosear. Diria que, ser destruída e reconstruída por ti, foi a minha salvação.
Sobrei eu, debaixo dos destroços. Só não sei se te sobrevivi. Nunca mais fui a mesma desde que nos vi a desabar.  

E, são esses dois ataques que geram a argila. Produzem a fragmentação das rochas em pequenas partículas,  
                                                   ­                                                             
                                                                ­                         umas afiadas,  
                                                      ­                                                        
                                                                ­                         umas macias,
                                                                ­                                                       
         ­                                                                 ­               todas partidas.  

Gosto de pegar em factos e, aproximá-los da ficção na minha poesia.
Brinco com metáforas, brinco contigo, brinco com a vida...mas, sou séria em tudo o que faço. Só porque brinco com as palavras, não significa que te mentiria. A lealdade que me une a ti não o iria permitir.  

É belo, tão belo! Consegues ver? Fazes vibrar o meu mundo. Contigo dá-se a verdadeira magia! Também consegues senti-la?  
Tudo dá para ser transformado em algo mais. Nem melhor nem pior, apenas algo diferente.  

Das rochas vem a areia, da areia vem a argila, da argila vem o meu vaso imaginário, a quem dei um nome e uma nova sina.  

Viva a alquimia! Sinto a fluir em mim a alquimia!  
Tenho uma capacidade inata de romantizar tudo,  

                                                   de ver o copo meio cheio,  

                                                       ­                          e nem copo existia.  

Revelaste-me um amor que não sabia estar perdido.
Entendeste-me com qualidades e defeitos.
Graças a ti, fiquei esclarecida! Que melhor do que ser amada,
é ser aceite e compreendida.

Feita de barro nunca antes fundido.
Assim seguia a minha alma, antes de te ter conhecido.
Dá-me da tua água! Quero afogar-me em ti, todas as vidas!
E ter o prazer de conhecer-te, e ter o desprazer de esquecer-te, só para poder voltar a conhecer-te,
sentir-te, e por ti, só por ti, ser sentida.  

Toquei-te na alma nua! Ainda tenho as mãos manchadas com o sangue da tua carne crua. E a minha alma nua, foi tocada por ti. Provaste-me que não estava doida varrida. Soube logo que era tua!  

Nunca tinha trabalhado com o teu tipo de barro.
Ainda para mais, tão fraturado.
Peguei em ti, com todo o cuidado...

"Tive um pensamento bizarro,
Dos teus pedaços vou construir um vaso! Tem de caber água, búzios, algumas flores! Talvez o meu corpo inteiro, se o conseguir encolher o suficiente.

Recolho todos os teus bocados, mantenho-os presos, juntos por um fio vermelho e dourado. Ofereço-me a ti de presente."

(…)

Amei-te de forma sincera.  Às vezes errada, outras vezes certa, quem sabe incoerente. Mas o amor, esse que mais importa, ao contrário de nós, é consistente.  

Sobreviveu às chamas do inferno, às chuvas que as apagaram, a dezenas de enterros e renascimentos.  

Nem os anos que por ele passaram, o conseguiram romper. Nem o tempo que tudo desbota, o conseguiu reescrever.

Foi assim que me deparei com o presente agridoce que me aguardava. Descobriste um dos vazios que carrego cá dentro e, depositaste um pedaço de ti para o preencher.
Invadiste o meu espaço, sem que te tivesse notado, nem ouvi os teus passos a atravessar a porta.  
Confundiste-te com a minha solidão, sem nunca a ter mudado. Eras metade do que faltava em mim, e nem dei conta que me faltavas.

“Como poderia não te ter amado? …"

(…)

Minha bela pedra de argila,  
Ninguém me disse que eras preciosa.
Ninguém o sabia, até então.
Não te davam o devido valor,
e, para mim, sempre foste o meu maior tesouro.
Até a alma me iluminavas,
como se fosses uma pedra esculpida em ouro.

  
Meu vaso de barro banhado a fio dourado,  
Ninguém me avisou que serias tão cobiçado,  
                                                     ­             invejado,
                                                               desdenhado,
ou, até, a melhor obra de arte que eu nunca teria acabado.
Ninguém o poderia saber.  
Queria guardar-te só para mim!
Não por ciúmes, além de os ter.
Mas sim, para te proteger.
Livrar-te de olhares gananciosos e, pessoas mal-intencionadas.  
Livrar-te das minhas próprias mãos que, aparentemente, estão condenadas
                       a destruir tudo o que tanto desejam poder agarrar.  

Perdoa-me, ter achado que era uma benção.

Talvez fosse mais como a maldição  
de um Rei Midas virado do avesso.
Tudo o que toco, transforma-se em fumo dourado.
Vejo o futuro que nos poderia ter sido dado!
Vejo-te no fumo espesso,
                                               a dissipares-te à minha frente,
antes mesmo de te ter tocado.

Tudo o que os deuses me ofereceram de presente, vinha envenenado.

  
A eterna questão que paira no ar.  
É melhor amar e perder? Ou nunca chegar a descobrir a sensação de ter amado?

É melhor amar e ficar!

Há sempre mais opções, para quem gosta de se focar menos nos problemas
                     e mais nas soluções.

O amor é como o meu vaso de argila em processo de criação.  
Cuidado! Qualquer movimento brusco vai deixar uma marca profunda. Enquanto não solidificar, tens de ter cuidado! Muito cuidado para não o estragar. Deixa-o girar, não o tentes domar, toca-lhe com suavidade, dá-lhe forma gentilmente, decora os seus movimentos e, deixa-te ser levado, para onde quer que te leve a sua incerta corrente.

Enquanto não solidificar, é frágil! Muito frágil e, a qualquer momento, pode desabar.

Era isso que me estavas a tentar ensinar?  

Duas mãos que moldam a argila num ritmo exaltante!
E une-se a argila com o criador!
                                            E gira! E gira! num rodopio esmagador,  
                                                    ­  E gira! E gira! mas não o largues!
Segura bem os seus pedaços! Abraça-os com firmeza!

Porque erguê-lo é um trabalho árduo
                                                           ­      e se o largas, vai logo abaixo!

São horas, dias, meses, anos, atirados para o esgoto. Sobra a dor, para que nenhuma de nós se esqueça.

                                        E dança! E dança! E dança!...
                             Tento seguir os seus passos pela cintura...  
                                       Se não soubesse que era argila,  
                          diria que era a minha mão entrelaçada na tua.

Bato o pé no soalho.
                                    E acelero!
                                                      e acalmo o compasso...
A água escorre por ele abaixo.
Ressalta as tuas belas linhas à medida da sua descida,
como se fosse a tua pele suada na minha.  

No final, que me resta fazer? Apenas admirá-lo.

Reconstrui-lo. Delimitá-lo. Esculpi-lo. Colori-lo. Parti-lo, quem sabe. É tão simples! a minha humana de ossos e carne, transformada em pedra de argila, transformada em tesouro, transformada em pó de cinza que ingeri do meu próprio vulcão...

A destruição também é uma forma de arte, descobri isso à força, quando me deixaste.  

Acho que, no meu vaso de argila, onde duas mãos se entrecruzaram para o moldar, vou enchê-lo de areia, búzios, pedras e água dourada,
         talvez nasça lá um outro pedaço de ti, a meio da madrugada.
Vou metê-lo ao lado da minha cama, e chamar-lhe vaso de ouro. Porque quem pega num pedaço rochoso e consegue dar-lhe uma outra utilidade, já descobriu o que é alquimia,  

o poder de ser forjado pelo fogo e sair ileso,
renascido como algo novo.
Salpicar o teu rosto com farinha, enquanto preparassemos juntos o teu bolo favorito

Dar-te os beijos que me apetecesse, com os olhos, sempre que estivesses distraido a apreciar o "flowering tea", que te desse a escolher

Sentar-me no teu colo e ver-te desenhar

Fazer de ti a manta que me aconchega, entrelaçar os meus dedos nos teus e ver um filme até adormecer

Levar-te o pequeno almoço à cama e acordar-te com um beijo de bom dia.

Ser...
a única a conseguir te arrancar aquele sorriso nos piores momentos...
a bateria desenfreada a bater dentro do teu peito...
a tua melhor amiga...
quem faz valer cada acordar teu.

Que fosses a excepção que acreditei que eras, o porto seguro por quem vale a pena esperar para partilhar a vida.

Por ti... por nós... mudei, ignorei medos e arrisquei...
Não deste valor... desacreditei.
To make a war of white flour with you while we prepare your favourite cake

To kiss you secretly, with my eyes, whenever you would be distracted enjoying the flowering tea of your choice

Sit on your lap and see you drawing

Make you the blanket that cuddles me, entwine my fingers in yours and watch a movie until we fall asleep

To wake you up with a good morning kiss and have breakfast in bed with you

To be the one, to be the only one that makes you smile in the harsh moments, to be the cause of a unrestrained drums that beat inside your chest, to be your best friend, to be the one who makes it worth for you to wake up every day.

I wanted, I believed that you were the exception, the safe harbour for whom it is worth waiting for to share a life.

For you ... for us ... I changed, I ignored my fears and risked it all...
...
Victor Marques Jan 2012
O Amor


Azul do mar que o amor sabe amar,
Lua com magia purificadora,
Estrela com imagem sedutora.
Nuvens se envolvem em sentimento,
Montanhas oferecem odor,
Pureza do ribeiro sem corrente,
Água cristalina para sempre,
Amor perdido no tempo.


Borboletas e flores com desejos,
Quimeras e doces beijos.
Quadro sem sentido de uma mulher,
Um sorriso que alguém quer.
Noites sonolentas ao abandono e sem pudor,
Maltratam o amor…

Victor Marques
Victor Marques Nov 2012
Um grande amor nunca morre

Um grande amor não pode morrer,
Não pode fechar o livro sem ler…!
O vento é por vezes altivo,
Com este amor eu sempre vivo.

O amor gosta do orvalho de madrugada,
Com sua janela aberta, fechada?
Os lugares boa lembrança sempre te mostrarão,
O grande amor também vive de solidão.

Não dorme sempre em teu leito,
Pode até ser teu par perfeito?
Estradas sinuosas por vezes num só caminho,
Sorriso que se sente em menino…

Um grande amor gosta de ver a lua,
Ser verdade minha e sua,
A tristeza nos mutila e invade,
Amor que nunca acabe…

Victor Marques
amor , lembrança, solidão
tangshunzi Jul 2014
Se devo essere completamente onesto .avrei davvero mai sentito parlare di Gotland fino ad ora.Ma venire a scoprire .è un vero gioiello al largo della costa della Svezia (grazie Google) e l'impostazione di questa pastello storditore da Sara Norrehed .Pensate capannone industriale incontra rive Beachy incontra perfetta storia d'amore con una splendida sposa e lo sposo rubare lo spettacolo .Si rompe lo stampo matrimonio nel migliore dei modi .e stiamo amando ogni secondo nella galleria qui .

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Da Sposa .Quando ** incontrato la prima volta mi sono innamorato .e sorriso .perché si sapeva .Beh questo è Shakespeare .ma lui deve aver letto la mia mente !E quando la persona più bella che abbia abiti da sposa 2014 mai incontrato proposto a me su una mattina di Natale io ero la ragazza più felice del mondo !Lo sono ancora .

Prima ** incontrato Gabriele non ero mai stato a Gotland .che è la più grande isola della Svezia situata al largo della costa orientale .Egli è nato sull'isola e la prima volta che ci siamo andati insieme mi sono innamorato di questo posto magico .Così.quando era il momento di trovare il posto perfetto per il nostro matrimonio abbiamo capito che doveva essere qui .Eravamo in una ricerca di last minute per un luogo e un giorno ventoso in aprile abbiamo trovato la posizione più incredibile in un vecchio tiglio pozzo .I colori.la luce .la natura .Tutto era pura magia .Come un sogno .

L'ambiente e gli edifici di questa ri- modellato .vecchia industria chiamato Fabriken Furillen sono molto spoglio e crudo con un sacco di cemento e metallo arrugginito .Questo si è rivelato essere il perfetto contrasto con il tema romantico che avevo in mente per il matrimonio .Essendo una persona furba fai da te volevo tutti i dettagli per essere personali e fatti in casa .Molte ore e fino a tarda notte sono stati spesi per piegare rose di carta .trasformando cucchiai d'epoca in segnaposti e fare zigoli juta .Il risultato era più di quanto potessi mai potuto desiderare !Mi piace che ogni impostazione tavolo era diverso.con le vecchie sciarpe di pizzo utilizzati come runner e candelabri Usato mia



mamma aveva raccolto per me dal giorno in cui la data delle nozze è stata impostata .
La sera prima del grande giorno avevamo un barbeque e tutti i nostri amici e parenti eravamo lì a mescolarsi .vino e cenare e festeggiare.Un ottimo modo per iniziare il week-end !Sul grande giorno il tempo era fortunatamente a nostro favore .La cerimonia è stata aperta su un piccolo portico con l'oceano successivo .La cena era deliziosa con abiti da sposa 2014 prodotti locali .i nostri amici e parenti fatto alcuni discorsi indimenticabili e tutti abbiamo ballato tutta la notte.Vorrei che potessimo farlo di nuovo !Avevamo un fotografo straordinario che è riuscito a catturare tutti i momenti preziosi e mi piace come le foto si è rivelato .assolutamente bellissimo e molto artistico .L' intero matrimonio era caldo .amorevole e divertente .E la cosa migliore di tutto questo ?Sono ora sposata con l'amore della mia vita

Fotografia : Sara Norrehed Fotografia | design floreale : ! Vaxthuset Lindsay | Scarpe : Jimmy Choo | Gioielli : Tiffany \u0026 Co. | Gioielli abiti da sposa on line : Jarl Sandin | capelli: Nyans | Illuminazione: Bordodesign \u0026 Technology | Abbigliamento dello sposo : NK Stockholm | fascia per capelli : Etsy | Luogo : Fabriken Furillen | abito da sposa ( " Aglaya " ) : Elie
http://www.belloabito.com/goods.php?id=806
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/4256135353535_396367.jpg
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13
Svezia Wedding da Sara Norrehed Fotografia_vestiti da sposa
goldenhair Jun 2013
queria ter congelado a imagem do seu sorriso
queria ter gravado o som da sua voz
naquela tarde de domingo você esmagava meu peito
com suas canções no violão, seu olhar de garoto sabidão
cantava, me encantava.

o vento batia e bagunçava os cachos do seu cabelo
o sol penetrava por entre seus cílios e
seus olhos ficavam mais claros do que já são.  
cada vez que sentia seu cheiro era como
um desfrute do paraíso.
criava um romance com as pintas do seu rosto
e escrevia cartas de amor pra elas.

queria ter congelado aquela imagem, você descalço
queria poder sentir novamente a textura da sua pele,
branca e sardenta sendo queimada pelo sol
queria poder roubar as curvas do seu sorriso
imagina...as linhas da sua mão, as linhas da minha mão
se entrelaçando, nos casando.

— The End —